Prima e dopo l’intervento dell’alluce valgo
CASO B.P.
CASO D.F.
CASO A.B.
CASO A.S.
CASO C.B.
CASO G.C.
CASO M.D.
Indicazioni da seguire alla rimozione del bendaggio
L‘alluce valgo: cos’è, cause e sintomi
L’alluce valgo è sindrome complessa, non una semplice deviazione del primo dito, e rappresenta la patologia più frequente tra quelle che interessano il piede, soprattutto nelle donne in età matura. Di alluce valgo ne soffre infatti oltre la metà della popolazione femminile in età compresa tra i 40 e i 60 anni, con una maggiore incidenza in casi di ereditarietà.
L’alluce è definito valgo quando l’angolo tra il primo e il secondo metatarso è superiore a 8°. Si tratta di una deviazione laterale della base (metatarso) del primo dito del piede che si sposta verso l’esterno e della punta (falange prossimale) che si sposta verso le altre dita, creando così una sporgenza, detta comunemente ‘cipolla.
Questa sporgenza è di fatto un’infiammazione dolora (borsite) dovuta allo sfregamento con la scarpa e che peggiora progressivamente con il passare degli anni.
Il dolore in presenza di alluce valgo è spesso intenso, ma può essere anche discontinuo, accompagnato da arrossamenti locali causati dal suddetto sfregamento delle zone di contatto con la scarpa.
La deformità ossea dell’alluce valgo, da leggera passa ad accentuata con l’aggravarsi della patologia, fino ad arrivare a compromettere la camminata, a creare difficoltà nel calzare le scarpe e a condizionare la stazione eretta della persona con conseguenti complicazioni e peggioramento della qualità di vita.
Con il tempo, infatti, l’alluce valgo può comportare lesioni della cute -causate sempre dallo sfregamento -e successive ulcerazioni; alterazioni funzionali del piede (es. le metatarsalgie); contratture muscolari di tutto l’arto inferiore; problemi posturali (ginocchio valgo e rigidità della rotazione del ginocchio stesso); lesioni ossee; lussazioni delle dita dell’avampiede e lombalgia cornica.
Cause dell’alluce valgo
Le cause dell’alluce valgo possono essere congenite (o anche dette ‘primarie’) e di natura ereditaria o acquisite (dette anche ‘secondarie’), causate quindi da fattori biomeccanici della funzionalità della parte posteriore del piede o della caviglia. Ma esistono anche forme acquisite correlate a traumi, a patologie reumatiche, infiammatorie e di natura neuro-muscolare.
Ancora non è chiaro se le scarpe alte e strette sono responsabili dell’insorgenza della patologia. È certo che l’uso di scarpe con il tacco alto o con la punta stretta può contribuire ad aggravare la sintomatologia dolorosa dell’alluce valgo e ad alterare la funzionalità del piede, comportandone un aggravamento della deformità. Anche il piede piatto non corretto nei tempi giusti può essere causa della formazione dell’alluce valgo, proprio a causa della ridotta curvatura della pianta che crea un sovraccarico sull’avanpiede.
Sintomi dell’alluce valgo
In presenza di alluce valgo, la sintomatologia più evidente è il dolore ingravescente a carico dell’alluce stesso, che può diffondersi anche a tutto l’avampiede. Il dolore può essere accompagnato da bruciore e manifestarsi anche durante il sonno. Il dolore e il bruciore sono frequentemente accompagnati da gonfiore e da un senso di intorpidimento del piede. La pelle può inspessirsi fino a diventare callosa e la deambulazione può peggiorare a causa dell’alterazione della pianta del piede.
Nella progressione della patologia dell’alluce valgo, il piede può arrossarsi e presentare una tumefazione nella parte dell’avampiede. In alcuni casi, può manifestarsi una vera e propria infiammazione – la cosiddetta borsite- che si presenta come una sacca e può anche infettarsi. Come detto precedentemente, tale formazione viene anche definita comunemente ‘cipolla’. L’infiammazione –che può diventare anche cronica- è dovuta al continuo sfregamento dell’alluce deformato (alluce valgo) contro la scarpa e causa la tumefazione dolorosa che si forma all’interno del piede.
La prevenzione dell’alluce valgo
Per prevenire l’insorgenza di alluce valgo è innanzitutto necessario ridurre significativamente l’utilizzo di scarpe strette e a tacco alto e fare una valutazione in età pre-adolescenziale per andare a individuare se esistono quei quadri di predisposizione familiare per lo sviluppo dell’alluce valgo. A tale proposito è indispensabile effettuare tempestivamente un controllo dal chirurgo del piede.
Come si cura l’alluce valgo
La terapia dell’alluce valgo è correlata alla gravità della sintomatologia dolorosa e della patologia stessa.
Per rallentare il progredire della deformità da alluce valgo si possono adottare dei semplici accorgimenti che vanno dall’utilizzo di scarpe comode e funzionali per ridurre il sovraccarico o l’attrito tra le dita, ma è anche necessario prestare attenzione al sovrappeso.
Anche la ginnastica correttiva con esercizi attivi può favorire il miglioramento della condizione patologica lieve dell’alluce valgo e migliorare la sintomatologia dolorosa.
Alcuni consigli utili sugli esercizi più adatti si trovano a questo indirizzo: http://www.esseredonnaonline.it/spazio-salute/prevenire-alluce-valgo-ecco-gli-esercizi/
Nelle forme appena iniziali di alluce valgo possono bastare anche dei semplici impacchi di ghiaccio o degli anti-infiammatori (FANS).
Si ricorre alla tecnica chirurgica in presenza di alluce valgo con deformità del piede quando determina dolore o quando è in fase evolutiva. Per valutare qual è la tecnica chirurgica più adatta alla propria condizione generale e clinica è necessario consultare il chirurgo del piede.
La chirurgia per l’alluce valgo
I trattamenti chirurgici per l’alluce valgo sono molteplici.
La tecnica chirurgica più innovativa e ormai diffusa è la chirurgica mininvasiva in percutanea che viene effettuata con dei mini accessi di 3 mm. Garantisce una minore esposizione dei tessuti molli e delle ossa, un recupero post-operatorio più veloce e meno doloroso, nonché una rapida ripresa della camminata, già il giorno stesso dell’intervento.
La valutazione tra chirurgia mininvasiva e chirurgia aperta è però una scelta che il chirurgo del piede fa insieme al paziente, tenendo conto della condizione clinica generale del paziente e del risultato che si vuole ottenere. Nella scelta operatoria è importante tenere conto anche dell’anestesia, che in questo caso è prevalentemente locale e fatta con piccole punture di anestetico, garantisce un minor dolore intra- e post-operatorio e una più facile ripresa della deambulazione, come detto, già il giorno stesso dell’intervento.